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Il canto delle megattere

Il canto delle megattere
Il canto delle megattere
A cura di Angelica Luongo
La megattera, Megaptera novaeangliae, è un cetaceo misticeto che può arrivare a 17 m di lunghezza e pesare fino a 40 tonnellate.  Questa balenottera si distingue dalle altre per le sue lunghe pinne pettorali, ben visibili durante i suoi immensi e scenografici balzi al di sopra dell’acqua.
Un altro fatto per cui le megattere sono conosciute è quello dei misteriosi canti che producono. I suoni emessi vanno da basse a medie frequenze, solitamente da 30 Hz a 8 Hz, con picchi fino a 630 Hz (le frequenze più basse sono quelle che possono percorrere distanze più lunghe). Così, questo misticeto riesce a comunicare con i propri simili anche a centinaia di chilometri di distanza. I canti possono essere divisi in un certo numero di “temi”, ognuno dei quali contiene ripetizioni di versi, che possono durare dai 20-30 secondi fino a più di 30 minuti. I temi si susseguono in uno specifico ordine, per poi ricominciare dall’inizio. La struttura di questi
canti è molto complessa, composta da segmenti di diversa lunghezza che si ripetono con una certa periodicità (da 6 a 400 unità).
Il suono in acqua, anche ad elevate profondità, è più veloce rispetto alla luce, quindi una comunicazione basata sull’emissione di suoni è molto efficace.
Le megattere hanno sviluppato diverse strategie legate alla trasmissione e alla ricezione del suono, ad esempio, ci sarebbero meno interferenze negli strati più profondi in certe ore del giorno e della notte, o con meno stratificazione delle acque dovuta alla migrazioni giornaliere del plankton. Lo strato corrispondente al termoclino, inoltre, può essere sfruttato per coprire un’area molto più ampia orizzontalmente. Au et al. nei suoi studi dimostrò come le megattere proiettino le alte frequenze proprio orizzontalmente.
Un fatto molto interessante è la struttura mutevole di questi canti, che continua a modificarsi nel tempo. Tutti gli individui maschili appartenenti ad una popolazione di una specifica regione seguono lo stesso modello di base, che potrebbe avere similitudini con quelli delle popolazioni adiacenti. Il canto della megattera è emesso generalmente in aree di riproduzione e, inizialmente, riprende lo stesso della stagione riproduttiva precedente, per poi mutare a seconda delle diverse popolazioni. Le modifiche apportate dai singoli individui vengono copiate e incorporate nei canti degli altri componenti, fino a quando, apparentemente, saranno acquisite da tutti i maschi del gruppo. I suoni saranno poi bruscamente interrotti fino alla stagione degli amori successiva (Parsons et al.2008). Questo fenomeno è a ancora soggetto a studi, volti a comprenderne al meglio la natura e l’utilizzo.
Insomma, dopo aver conosciuto ciò che questo immenso animale è in grado di fare, siamo ancora convinti che la melodia più
affascinante degli oceani sia quella delle sirene?