Il capodoglio (Physester macrocephalus) è il Cetaceo provvisto di denti più grande della famiglia Odontoceti, poiché può raggiungere i 18 m di lunghezza. Le sue abitudini alimentari lo portano a vivere in alto mare su batimetriche molto profonde (1000 m) e delineate da profondi canyon sottomarini, dove il capodoglio va alla ricerca di calamari.
A seguito delle sue abitudini alimentari, il capodoglio ha sviluppato una grande capacità apneistica che gli permette di rimanere in immersione fino a 50 minuti. Inoltre, il suo sistema di eco-localizzazione (emissione di suoni ad alta frequenza usati per scandagliare i dintorni alla ricerca di prede, vedi sonar dei pipistrelli) è il più sofisticato e preciso del Regno animale, poiché deve permettergli di individuare le prede nel buio più totale.
Ha un comportamento pressoché solitario, ma non disdegna aggregarsi in gruppi misti (cluster), o unisex. Le femmine, in particolare, tendono ad aggregarsi in social units, soprattutto se accompagnate da piccoli. I giovani maschi spesso tendono a vivere in gruppi (bachelor groups).
La comunicazione tra capodogli avviene attraverso l’emissione di click (e non di fischi come avviene per i delfini), la cui variazione temporale va a scandire il comportamento assunto dall’individuo.
Lunghe sessioni di click più o meno distanziati (usual clicks e creaks) vengono percepiti durante la caccia, mentre click strutturati in varie combinazioni più o meno lunghe sono dette “code”, le quali vengono utilizzate per la comunicazione tra individui e identificano un clan specifico.
I capodogli sono fortemente minacciati dalla presenza delle reti derivanti illegali nel Mare Eoliano.
Nel 2020 con il nostro Rescue Team ci siamo occupati del recupero e soccorso di due esemplari intrappolati a nord delle Eolie in questo tipo di reti. I dati acustici, respiratori e comportamentali raccolti durante le operazioni di soccorso sono stati sintetizzati in una pubblicazione scientifica importante che potete leggere qui.
Inoltre, inquinamento acustico, di plastica e collisioni, concorrono alla decimazione di questi animali.
Gli studi effettuati sono agli albori, ma un catalogo di più di 50 esemplari è già stato stilato e lo si sta confrontando con altri cataloghi, al fine di comprendere i movimenti migratori all’interno del Tirreno; mentre studi approfonditi sull’acustica sono tuttora in corso, soprattutto per quanto riguarda il comportamento acustico di esemplari solitari in aree di alimentazione. Scarica il PDF con i risultati dello studio di fotoidentificazione sui capodogli Eoliani.