Le balene grigie della Baja California
A cura di Michelle Gelippi
Nelle lontane acque dell’Oceano Pacifico, ogni anno, da gennaio ad aprile, le riparate lagune della Baja California, in Messico, si popolano di due specie di mammiferi molto diverse tra loro, una terrestre ed una acquatica: l’uomo e la balena grigia. In quei luoghi remoti la connessione tra questi due animali è ancestrale, tanto da rendere difficile poter definire chi osserva chi, se i turisti emozionati che si sporgono dalle “pangas” (tipiche imbarcazioni locali) allungando il braccio verso l’acqua, o le balene, per lo più mamme con i loro piccoli, che si avvicinano curiose, sollevano la testa, si lasciano toccare, e scrutano incuriosite. La balena grigia è considerata dal popolo messicano uno, se non “il”, patrimonio naturale più pregiato, tanto da definirla “Messicana dalla nascita”, in quanto le sue aree di riproduzione e nascita attualmente conosciute sono delimitate alla Baja California. Proprio quelle lagune furono lo scenario di un massacro incontrollato durante tutto il 1800 e l’inizio del 1900, uno sterminio che portò la specie sull’orlo dell’estinzione, in quanto i balenieri d’oltreoceano potevano cacciare senza alcuno sforzo le migliaia di individui che lì si radunavano durante la stagione riproduttiva, per lo più femmine incinte, piccoli ed individui più giovani. Furono i Messicani ad opporsi a questa strage, e grazie allo sforzo congiunto tra Governo messicano e degli Stati Uniti d’America, la balena grigia fu dichiarata protetta dalla commissione baleniera internazionale (IWC, nella sua sigla in inglese) alla fine degli anni ’40. Inoltre, nel 1971, attraverso un decreto Federale, il Governo messicano dichiarò la laguna Ojo de Liebre, ovvero la laguna di riproduzione principale della balena grigia, una zona marina di rifugio per la specie, dando vita di fatto al primo santuario per balene di tutto il mondo. I più romantici attribuiscono a tutti questi sforzi di protezione l’origine dell’inusuale connessione tra uomo e balena grigia, come se le balene continuassero a dimostrare una sorta di riconoscenza verso coloro che le hanno salvate. Ma ciò che realmente accade in quelle acque lontane, è che l’uomo pare ritrovare una sorta di equilibrio con la natura che lo circonda proprio grazie alla balena che lo osserva e che gli consente di avvicinarsi ed entrare in contatto con lei. Ed allora viene da chiedersi, chi può salvare chi?