Quale migliore inizio d’anno se non concentrarsi sugli obiettivi e le speranze future?
Bene, per questo oggi vogliamo concentrarci su una delle “armi” migliori di cui disponiamo per tutelare e difendere i nostri mari: le aree marine protette (AMP); con la speranza che nel prossimo futuro la salvaguardia della nostra biodiversità marina diventi la priorità per quei luoghi meritevoli e bisognosi di tutela, e l’augurio di vedere istituite almeno alcune delle AMP “in lista d’attesa” al più presto.
Ancora una volta a fine anno non abbiamo buone notizie per quanto riguarda la salute dei nostri mari. Si pensi alla epidemia di morbillivirus che ha colpito i cetacei in Toscana, così come agli eventi di spiaggiamento di capodogli (Physeter macrocephalus) ben sopra la media annuale (solo in Italia 14 episodi tra Toscana e Sicilia da dicembre 2018 a luglio 2019).
Anche riguardo la balneabilità delle acque i risultati di Goletta verde non sono positivi e il 36% dei 262 campioni analizzati in altrettante località sono risultati avere valori di inquinanti elevati (analisi chimico fisici e di parametri microbiologici su enterococchi intestinali e Escherichia coli).
Le misure più efficaci di protezione del mare e della sua biodiversità oggi sono la ricerca finalizzata alla conservazione, lo sviluppo sostenibile e l’educazione ambientale (da non sottovalutare) e, all’atto pratico, l’istituzione delle AMP.
Queste garantiscono misure legislative di tutela per quelle aree identificate come serbatoi di biodiversità, in cui le comunità di organismi vivono in equilibrio tra loro e con l’ambiente e conservano le proprie capacità di resistenza e resilienza, anche grazie ad una scarsa presenza di attività umane.
Dagli anni Ottanta l’Italia possiede una legislazione in materia di tutela delle aree ad alto valore naturalistico sia per gli ambienti terrestri che per gli ambienti marini. In particolare le AMP vengono istituite ai sensi delle leggi n. 979 del 1982 e n. 394 del 1991. Le AMP “sono costituite da ambienti marini, dati dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa prospicenti, che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche con particolare riguardo alla flora e alla fauna marine e costiere e per l’importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono.”
Una volta individuato un tratto di mare come passibile di tutela se questo viene effettivamente identificato a norma di legge come area di reperimento inizia uno sforzo di studio e raccolta dati nell’area per approfondirne le caratteristiche, comprenderne il valore e le fragilità.
Successivamente la Segreteria tecnica può avviare l’iter istruttorio per approfondire ulteriormente il quadro ambientale e socio-economico dell’area e questa sarà considerata “area marina protetta di prossima istituzione”.
L’iter istruttorio porta alla definizione di uno schema di decreto che sarà discusso tra le parti interessate (Regione, enti locali).
Nel decreto istitutivo emanato dal Ministero per l’ambiente e la tutela del Territorio e del Mare viene indicato il perimetro dell’area, la zonazione e gli obiettivi di tutela. La zonazione dell’area indica livelli progressivi di tutela che garantiscono oltre alla salvaguardia del bene ambientale anche una modesta e sostenibile fruizione e la connessione col territorio circostante.
La gestione dell’area è affidata con decreto ministeriale ad un ente scelto tra enti pubblici, istituti di ricerca scientifica e associazioni ambientaliste riconosciute. L’ente gestore può dettagliare un regolamento e istituire ulteriori vincoli o concedere deroghe conformemente agli obiettivi di tutela del decreto.
In tutte le aree marine protette, ai sensi della legge 394 del 1991 sono vietate queste attività, perché fortemente impattanti sullo stato di conservazione dell’area indicata:
A) la cattura, la raccolta e il danneggiamento delle specie animali e vegetali nonché l’asportazione di minerali e di reperti archeologici;
B) l’alterazione dell’ambiente geofisico e delle caratteristiche chimiche e idrobiologiche delle acque;
C) lo svolgimento di attività pubblicitarie;
D) l’introduzione di armi, di esplosivi e ogni altro mezzo distruttivo e di cattura;
E) la navigazione a motore;
F) ogni forma di discarica di rifiuti solidi e liquidi.
Ad oggi in Italia sono presenti 27 AMP, 2 parchi sommersi e 1 santuario dei cetacei, quest’ultimo da accordi sovranazionali. Sono tutelati 228000 ettari di mare e circa 700 km di coste, dal nord al sud. Molte di queste sono Isole o arcipelaghi, ma non solo.
Di seguito per i più curiosi l’elenco delle aree marine protette istituite e la regione in cui ricadono tra parentesi.
- Area marina protetta Capo Caccia – Isola Piana(Sardegna)
- Area marina protetta Capo Carbonara(Sardegna)
- Area marina protetta Capo Gallo – Isola delle Femmine(Sicilia)
- Area marina protetta Capo Rizzuto(Calabria)
- Area marina protetta Cinque Terre(Liguria)
- Area marina protetta Costa degli Infreschi e della Masseta(Campania)
- Area marina protetta Isola dell’Asinara(Sardegna)
- Area marina protetta Isola di Bergeggi(Liguria)
- Area marina protetta Isola di Ustica(Sicilia)
- Area marina protetta Isole Ciclopi(Sicilia)
- Area marina protetta Isole di Ventotene e Santo Stefano(Lazio)
- Area marina protetta Isole Egadi(Sicilia)
- Area marina protetta Isole Pelagie(Sicilia)
- Area marina protetta Isole Tremiti(Puglia)
- Area marina protetta Miramare(Friuli Venezia Giulia)
- Area marina protetta Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre(Sardegna)
- Area marina protetta Plemmirio(Sicilia)
- Area marina protetta Porto Cesareo(Puglia)
- Area marina protetta Portofino(Liguria)
- Area marina protetta Punta Campanella(Campania)
- Area marina protetta Regno di Nettuno(Campania)
- Area marina protetta Santa Maria di Castellabate(Campania)
- Area marina protetta Secche della Meloria(Toscana)
- Area marina protetta Secche di Tor Paterno(Lazio)
- Area marina protetta Tavolara – Punta Coda Cavallo(Sardegna)
- Area marina protetta Torre del Cerrano(Abruzzo)
- Area marina protetta Torre Guaceto(Puglia)
- Parco sommerso di Baia(Campania)
- Parco sommerso di Gaiola(Campania)
- Santuario per i mammiferi marini(accordo internazionale, in Italia tra Sardegna, Liguria e Toscana)
- Aree marine di prossima istituzione(già avviato l’iter istruttorio)
- Area marina protetta Costa del Piceno (L. 394/91)
- Area marina protetta Isola di Gallinara (L. 394/91)
- Area marina protetta Arcipelago Toscano (L. 979/82)
- Area marina protetta Costa del Monte Conero (L. 394/91)
- Area marina protetta Capo Testa – Punta Falcone (L. 394/91)
- Area marina protetta Golfo di Orosei – Capo Monte Santu (L. 979/82)
- Area marina protetta Isole Eolie (L. 979/82)
- Area marina protetta Isola di Pantelleria (L. 394/91)
- Area marina protetta Penisola Salentina (L. 394/91)
- Area marina protetta Pantani di Vindicari (L. 394/91)
- Area marina protetta Arcipelago della Maddalena
- Procedimenti in fase di avvio
- Area marina protetta Monti dell’Uccellina – Formiche di Grosseto – Foce dell’Ombrone Talamone (L. 394/91)
- Area marina protetta Costa di Maratea (L. 394/91)
- Area marina protetta Isola di Capri (L. 394/91)
- Area marina protetta Isole Pontine (L. 979/82)
- Area marina protetta Monte di Scauri (L. 394/91)
- Area marina protetta Isola di San Pietro (L. 394/91).
Per quanto l’istituzione di un’area marina protetta sia soltanto il passo iniziale di un percorso lungo e complesso di conservazione, cui tutta la cittadinanza e gli enti locali sono chiamati a partecipare (innanzitutto rispettando e facendo rispettare le regole), non possiamo non convenire che “un viaggio di mille miglia comincia sempre col primo passo” (Lao Tsu).