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Il parco nazionale delle isole Eolie

Il parco nazionale delle isole Eolie

L’istituzione del Parco nazionale delle isole Eolie è una materia controversa e argomento che suscita da tempo opinioni contrastanti.

Ci riferiamo in questo articolo a ciò che sta avvenendo nei confronti della creazione di un Parco nazionale terrestre, in quanto il percorso per arrivare alla costituzione di un Parco marino non è neanche incominciato.

Circolari di varia natura stanno girando tra la popolazione delle isole per la raccolta firme a sfavore della creazione del Parco, nonostante sia stato ormai appurato che l’istituzione del Parco non modificherebbe di fatto i confini già indicati dall’attuale configurazione delle preesistenti riserve regionali, essendo stati tali confini pianificati con le dovute rappresentanze locali e amministrazioni delle singole isole a seguito di varie riunioni nel corso dello scorso anno.

Io personalmente ho avuto libero accesso a tali riunioni e verificato come l’afflusso di presenze in questo contesto sia stato molto limitato nonostante il Comune di Lipari abbia voluto a pieno titolo coinvolgere la popolazione nel processo decisionale.

Dunque non sono previsti ampliamenti consistenti alle attuali perimetrazioni che in qualche modo modifichino l’assetto del territorio in maniera drastica. Tuttavia, la paura che si è diffusa tra la gente è che, nella futura gestione del Parco, possano insorgere vincoli di tutela che limitino le attività attualmente consentite sul territorio.

Un esempio è l’edilizia, principale attività economica sul territorio eoliano; il pensiero corrente è che maggiori controlli possano limitare le opportunità di costruire in maniera incontrollata, molto spesso abusivamente, senza criterio o non in accordo con gli attuali piani regolatori.

Il crescente abusivismo è preoccupante e le isole rischiano ormai da tempo di uscire dalla lista Unesco come patrimonio dell’Umanità.

Ma anche attività minori, quali la caccia o la raccolta di funghi, hanno diviso le opinioni della gente.

L’argomento Parco si suppone sarà materia decisionale per le prossime elezioni politiche che divideranno la scelta dei rappresentanti comunali in “a favore” o “a sfavore” del Parco.

Di fatto la presenza del Parco in altre regioni italiane ha portato solo ad un miglioramento dell’economia creando posti di lavoro e favorendo un turismo di tipo sostenibile maggiormente legato alla conservazione dell’ambiente e della natura.

Casi isolati di corruzione si sono ovviamente riscontrati in alcuni contesti ma come del resto in molti settori. La presenza del Parco non limiterà ad esempio la caccia al coniglio selvatico, una specie importata nelle isole e considerata “invasiva”, per la quale sarà sicuramente prevista la caccia a scopo di “controllo delle popolazioni”.

In altri Parchi nazionali ad esempio la caccia di specie invasive è consentita da parte di cacciatori locali autorizzati e in possesso di regolare licenza di caccia. Annualmente è prevista la caccia di una quota di individui della specie allo scopo di controllare un incremento drastico delle popolazioni e per prevenire i danni all’ambiente che una presenza massiva di questo animale potrebbe provocare.

Per quanto riguarda la raccolta di funghi o di altri prodotti della terra è assolutamente falso che tali attività verrebbero ostacolate. Per chi non lo sapesse, un Parco nazionale si configura con una zona A di protezione integrale (spesso un area di dimensioni piccolissime) e in zone B e C a diverso livello di vincolo in cui l’attività antropica e comunque consentita ma regolamentata dall’ente Parco. Dunque i funghi si potrebbero raccogliere in gran parte del territorio.

In alcune regioni italiane, la creazione del Parco nazionale nel tempo ha favorito notevolmente lo sviluppo sia culturale che economico della regione. I comuni estranei o contrari alla presenza del parco hanno invece risentito notevolmente di un decremento del turismo che li ha impoveriti e decentrati a livello decisionale.

Tra i miglioramenti che la presenza del Parco potrebbe garantire si cita  la valorizzazione dei mestieri artigianali, come l’artigianato locale e i mestieri legati alla ristorazione utilizzando prodotti locali, a discapito di quelli legati allo sfruttamento incontrollato delle risorse (vendita di souvenir fatti con pietre o conchiglie che impoveriscono gli habitat terrestri e marini; incremento di stabilimenti balneari che rovinino le coste; ecc.).

Anche la riconversione dei mestieri legati all’edilizia in attività sostenibili con l’ambiente potrebbe incrementare posti di lavoro e migliorare la qualità della vita, come ad esempio favorire l’aumento di locali bed and breakfast a discapito di orribili  albergoni (come è sempre più comune a Vulcano e Lipari ad esempio).

Inoltre, l’aumento della fruibilità dei luoghi per agevolare un turismo legato alla presenza del Parco presente tutto l’anno, e non solo nei mesi estivi, porterebbe indirettamente ad un miglioramento della vita di chi vive sulle isole. Un esempio potrebbe essere l’incremento dei trasporti per/da le isole, che attualmente sono molto limitati e poco organizzati, soprattutto nelle isole minori e più lontane dalla costa (Alicudi, Filicudi).

La presenza del parco porterebbe ad aumentare la fruibilità dei luoghi in armonia con l’ambiente e la cultura locale come ad esempio al  ripristino dei sentieri. Si prevede dunque, un aumento dei servizi, come gli sportelli alla posta, o di personale negli uffici comunali. Probabilmente si prevedono anche servizi sanitari maggiormente efficienti dato l’afflusso di persone tutto l’anno.

Lo sviluppo di nuove figure professionali come quella dei guardia Parco potrebbe e deve coinvolgere principalmente i giovani locali che ha seguito di corsi di formazione specifici avrebbero accesso a questa nuova prospettiva lavorativa.

La riconversione del turismo massivo in turismo sostenibile è già una risorsa per le isole. Un turismo costituito da “gente ricca” e legato ai soli mesi di luglio e agosto prevede di organizzare le proprie attività in funzione di uno sfruttamento ottimale di questa risorsa: ovvero ottenere quanti più soldi in poco tempo.

Questo porta ad un arricchimento sempre maggiore di chi controlla le principali attività legate a questo tipo di turismo di “classe” (albergoni di lusso, ristoranti di lusso che vendono prodotti non locali, barconi turistici inquinanti, stabilimenti balneari, ecc..) e ad un impoverimento sempre maggiore di chi invece pratica i mestieri artigianali.

Questo modo di fare ha portato nel tempo ad un aumento eccessivo non solo del prezzo di una villeggiatura (con gli stessi soldi ci vado alle Maldive..) che scoraggia spesso i giovani e persone provenienti da classi sociali meno abbienti a trascorrere una vacanza alle isole, ma soprattutto nei prezzi delle case che non consente ai giovani isolani di acquistare un appartamento per vivere dignitosamente.

Per non parlare del fatto che spesso sono proprio “questi turisti” a costruire abusivamente ed allargare le proprie proprietà sfruttando leggi “Garage” o ottenendo, non si sa come, permessi o condoni, per poterlo fare. Per non parlare della speculazione edilizia che nel tempo “questi turisti”, i più furbi, hanno attuato acquistando gran parte dei ruderi presenti sulle isole e affittandoli a prezzi sbalorditivi nei mesi estivi.

Mentre per i giovani isolani che per necessità hanno costruito una casa per vivere che assolutamente non rovina il paesaggio in quanto costruita in luoghi poco appariscenti e difficilmente accessibili dal turista medio sussiste il costante terrore che da un momento all’altro ci si ritrovi in mezzo ad una strada.

Non è rara l’occupazione di ruderi, privi di acqua ed elettricità e disposti in località difficilmente accessibili, da parte di povera gente che non ha i soldi per acquistare una casa.

Un turismo di “migliore qualità” disposto lungo tutto l’anno e non concentrato nei soli mesi estivi può invece favorire un incremento del lavoro per tutte le classi lavorative. Un esempio è l’aumento del consumo di prodotti locali, ma anche l’ aumento di alcune figure professionali come l’accompagnatore sui sentieri, la guida turistica e l’esperto locale per visitare le bellezze naturalistiche dei luoghi.

Anche per le donne potrebbero aprirsi nuove opportunità professionali, categoria ad oggi che risente maggiormente dei problemi di disoccupazione.

Inoltre, il turista medio che in genere visita un Parco a fini “naturalistici” si immagina avere una coscienza ambientale più sviluppata non chiedendo tonno rosso o pesce spada pescato illegalmente al ristorante e magari accontentandosi di una ottima zuppa di pesce locale (che io personalmente preferisco ..).

Voglio citare infine il problema non piccolo che si avverte nelle isole legato all’istruzione. Soprattutto nelle isole minori, Filicudi e Alicudi, la formazione specialistica è quasi impossibile se la famiglia non possiede soldi a sufficienza per consentire ad un figlio di proseguire gli studi dopo la terza media in una località lontana da casa, ad es. Lipari o Milazzo.

I bambini delle isole a mala pena riescono a conseguire un diploma di terza media, considerando che nel periodo invernale i collegamenti sono limitati a causa del mal tempo e che maestre e  insegnanti provenienti da fuori, non riescono a raggiungere i posti di lavoro.

E’ quasi sicuro che il bambino smetterà di studiare e probabilmente sarà destinato a fare il muratore, come suo padre (mestiere inoltre sempre meno richiesto anche grazie allo sfruttamento e alla crescente presenza di personale a basso costo proveniente da altri paesi).

La presenza del Parco in molte Regioni ha favorito anche la cultura e la formazione creando opportunità di lavoro nel settore educativo. L’aumento di eventi culturali e di corsi di formazione specifici potrebbe garantire che nel futuro gli insegnanti delle scuole siano in percentuale maggiormente provenienti dalle isole e non importati da altre località.

Molto spesso infatti il corpo insegnanti è costituito da gente alla prima esperienza e che aspetta un ipotetico trasferimento in comuni più vicini alla propria città di provenienza.

Ovviamente tutto questo dovrà essere accompagnato da una adeguata gestione dei fondi ed una attenta scelta degli enti gestori e del personale interessato nello sviluppo del Parco.

Si auspica che non sia la solita lotta di potere per il controllo di poltrone e soldi che riguardi queste scelte ma un’attenta valutazione dei curriculum professionali, delle competenze e delle attività che sul territorio già operano a favore della conservazione della natura e del patrimonio naturale delle isole. La nostra associazione si sta muovendo a tale proposito garantendo armonia a favore di questo cambiamento.

Sei a favore o meno alla realizzazione del Parco nazionale delle isole Eolie? (manda una e-mail a info[at]filicudiconservation[dot]com)