Grazie al Progetto Capo D’Eolo portato avanti da Filicudi WildLife Conservation dal 2013, e supportato da E.on, è stato messo in evidenza come il tratto di mare tra le isole Eolie e la costa nord Siciliana e quella Calabra, siano importanti aree di alimentazione e rotte migratorie per diversi gruppi di capodogli che provengono da diverse zone del Mediterraneo, dovuto alla presenza di canyon sottomarini e zone di scarpata di origine vulcanica.
Lo studio ha registrato il passaggio di ben 95 capodogli nella zona dei quali 54 sono stati fotoidentificati in modo univoco dalle caratteristiche distintive della coda, impronta digitale dell’esemplare, mettendo inoltre in evidenza come in particolare il periodo estivo/autunnale veda maggiormente il passaggio delle femmine con i loro piccoli.
Nonostante solo pochi dei capodogli catalogati siano stati riavvistati negli anni e quindi non risultino stanziali nella zona i dati raccolti fanno supporre che l’area Eoliana possa essere una importante area di riproduzione per questa specie, grazie alle presenza non occasionale di femmine con i loro piccoli.
Contemporaneamente sono stati raccolti dati acustici registrando con l’idrofono le vocalizzazioni dei capodogli che consentiranno di capire a quali clan appartengono e che tipo di attività svolgono nelle nostre acque.
Le minacce per questa specie nell’area sono principalmente la pesca illegale, il rumore acustico e l’inquinamento e plastica
Durante il progetto ci siamo occupati del recupero e soccorso di due capodogli (Spyke e Furia) intrappolati in reti spadare illegali monitorando il comportamento acustico e comportamentale durante le operazioni di soccorso (Leggi la pubblicazione).
Durante il Progetto ci siamo anche occupati di recuperare le carcasse di altri 3 capodogli trovati spiaggiati lungo le coste Eoliane ed è possibile osservare alcune delle ossa degli esemplari facendo la visita guidata al Turtle Point di Filicudi.
Tutti i risultati scientifici sul progetto nella pagina Pubblicazioni.
